Un errore linguistico tra Zelensky e Trump ha creato tensioni diplomatiche durante un incontro cruciale nello Studio Ovale.
Un errore linguistico tra Zelensky e Trump ha creato tensioni diplomatiche durante un incontro cruciale nello Studio Ovale. Il 28 febbraio 2025, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è trovato al centro di un momento diplomatico critico. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, accompagnato dal vicepresidente J.D. Vance, ha apertamente criticato Zelensky per la gestione del conflitto in Ucraina.
E poi? È stato criticato anche per una percepita mancanza di riconoscenza verso il supporto economico e militare degli Stati Uniti.
La tensione era palpabile. Ma un elemento ha reso la situazione ancora più delicata. Quale? Zelensky ha scelto di parlare in inglese, senza l’assistenza di un interprete.
🗣️ Perché parlare in inglese è stato un errore?
Zelensky parla un inglese fluente. Ma questo non significa avere le capacità di affrontare un confronto acceso e complesso. Ricordiamoci che l’inglese per lui è una lingua non nativa, e questo può mettere in difficoltà anche i leader più esperti. La perdita di sfumature linguistiche è inevitabile. Le lingue hanno complessità culturali e significati sottili che un parlante non nativo potrebbe non cogliere o esprimere con precisione. Inoltre, il tempo di risposta si riduce notevolmente. Parlare attraverso un interprete offre qualche secondo in più per riflettere e formulare risposte diplomatiche e ponderate. Infine, la gestione emotiva potrebbe essere compromessa. Durante un confronto diretto, l’emotività può prendere il sopravvento. Si pensi a se si è costretti a pensare e rispondere rapidamente in una lingua diversa dalla propria.
🔥 L’attacco di Trump e la reazione di Zelensky
Trump non ha risparmiato critiche. Ha accusato Zelensky di non aver mostrato abbastanza gratitudine per l’assistenza americana e di non essere stato trasparente sugli aiuti militari ricevuti.
Zelensky ha risposto in inglese, ma le sue parole sono sembrate incerte e meno incisive del solito. La scelta di non utilizzare un interprete ha probabilmente ridotto l’efficacia della sua comunicazione. Così ha lasciato spazio a fraintendimenti e percezioni distorte.
Secondo Maurizio Ferraris, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, se Zelensky avesse utilizzato un interprete, avrebbe avuto maggiore controllo sulla conversazione e più tempo per calibrare le risposte, mantenendo un tono più diplomatico e incisivo.
🌍 Quando l’interprete fa la differenza
Questo episodio dimostra come un interprete qualificato non sia solo uno strumento di traduzione, ma un vero e proprio alleato strategico nella comunicazione internazionale.
Infatti offre maggiore chiarezza e precisione: Un interprete professionista garantisce che le sfumature culturali e linguistiche vengano rispettate. Inoltre offre tempo per riflettere: Tradurre attraverso un interprete consente di guadagnare tempo per elaborare una risposta appropriata. Ma soprattutto controllo emotivo: L’interprete crea una barriera “protettiva”, permettendo al leader di mantenere il controllo della situazione.
🚀 Cosa imparare da questo errore
La comunicazione internazionale non è solo una questione di lingua, ma di contesto, emozioni e strategia. Anche i leader più esperti, come Zelensky, possono trovarsi in difficoltà quando scelgono di comunicare direttamente in una lingua diversa dalla propria.
Un interprete professionista aiuta a evitare fraintendimenti pericolosi, permette di mantenere il controllo della conversazione e protegge da errori culturali e diplomatici
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